Parco della Bonifica
Benvenuti nel Parco della Bonifica
Nato da un’idea dei dipendenti del “Consorzio di Bonifica – Ufficio dei Fiumi e Fossi”, adesso denominato “Consorzio 4 Basso Valdarno”, il Parco della Bonifica è stato progettato e realizzato in proprio, tale allestimento ha la finalità di far conoscere alle persone di ogni età il lavoro eseguito quotidianamente dal Consorzio sul comprensorio territoriale locale.
Il Parco della Bonifica è dedicato a tutte le persone che vogliono informarsi e conoscere il territorio in cui vivono, sia dal punto di vista ambientale e sia dal punto di vista della sicurezza. Esso è sito in un’area verde della campagna pisana e si sviluppa in un percorso pedonale (accessibile anche ai diversamente abili) lungo il quale, attraverso pannelli esemplificativi – plastici di impianti idrovori – “cantieri aperti”, il personale esperto e qualificato illustra le attività eseguite dal Consorzio (in proprio ed in appalto) per la salvaguardia dell’ambiente e per la regimazione delle acque superficiali.
Breve storia dei tre Consorzi di Bonifica
“Consorzio di Bonifica – Ufficio dei Fiumi e Fossi”
L’Ufficio Fiumi e Fossi è una delle più antiche istituzioni italiane del settore idraulico: le sue origini risalgono all’anno 1160, quando il Senato della Repubblica Pisana istituì un corpo di soprintendenti che si occupavano della gestione dei canali; fu nel 1475, per volere di Lorenzo il Magnifico, che fu ripristinata la ”Magistratura per il recupero della Pianura”.
Nel 1547, Cosimo I creò il “Magistero degli ufficiali dei fossi” che aveva il compito di eseguire i lavori riguardanti lo scolo delle acque, oltre all’amministrazione delle imposizioni dei contributi degli interessati.
Nel 1775 il Granduca Leopoldo I riformò l’ente dal quale dipendeva l’Estimo generale ed il Catasto dei fossi.
Con l’Unità d’Italia, nel 1861, il territorio della Pianura Pisana fu organizzato in 3 Compartimenti: Compartimento Settentrionale (costituito da 48 Consorzi); Compartimento Meridionale (costituito da 87 Consorzi); Compartimento di Arno e Serchio (costituito da 6 Consorzi).
Nel 1932 si arrivò alla formazione di un unico Consorzio Generale che radunò tutti i 141 Consorzi: il territorio gestito è pari a 97.000 ettari, con 600 Km di canali e 50.000 consorziati.
Con il passare degli anni, le varie collaborazioni con gli enti locali presenti sul territorio consortile hanno portato ad ulteriori studi ed indagini sui corsi d’acqua e sul comportamento del territorio durante i periodi piovosi; il Consorzio di Bonifica ha acquisito molteplici competenze sul territorio fino alla situazione odierna: oggi il Consorzio copre una superficie di 66.030 ettari interessando il territorio di 17 Comuni delle Province di Pisa e di Livorno.
Consorzio di Bonifica “Padule di Fucecchio”
Già nel 1279 la Repubblica di Lucca, nel cui territorio rientravano all’epoca la Grande Valdinievole e la zona del padule di Fucecchio, era costretta ad ordinare la rimozione degli ostacoli sul Canale Usciana che impedivano, oltre ad una migliore navigabilità del canale stesso, il corretto deflusso delle acque.
Purtroppo, nel normale svolgersi degli eventi, l’acqua seguiva il suo naturale percorso, dalle zone più alte alle zone più basse, ed allagava periodicamente i territori dei comuni del Valdarno.
In pieno Rinascimento, sotto la reggenza di Cosimo de’ Medici, venne ordinata la chiusura del fiume Usciana allo scopo di realizzare una grande “pesciaia” dove poter ottenere una pesca abbondante, alzando lo scarico in Arno del padule di Fucecchio.
Tutto questo provocò le reazioni di coloro che vedevano sommerse le proprie colture, piante o frutti che fossero; la loro voce fu periodicamente ascoltata se si pensa che fra il 1430 ed il 1550 lo scarico terminale fu abbassato e rialzato almeno cinque volte quasi a voler contentare, a momenti alterni, i contadini della Valdinievole o i pescatori del Valdarno.
La scelta di Cosimo I il grande de’ Medici di chiudere definitivamente lo sbocco in Arno del padule ebbe come conseguenza la trasformazione della Valdinievole, ricca di numerosi corsi d’acqua, in una palude acquitrinosa, piena di zanzare ed inevitabile focolaio di febbri malariche.
Soltanto con il granduca Francesco I, fra il 1740 e il 1750, venne riaffrontato il problema con una soluzione alternativa consistente nella creazione del cosiddetto Antifosso di Usciana, un fosso di scolo che alleggeriva sì la portata del canale stesso senza però consentire la completa bonifica delle aree paludose.
Una decisione più risoluta e stabile di quelle precedenti venne presa in conseguenza di una epidemia di malaria molto più forte delle altre; nel 1780 infatti il Granduca Pietro Leopoldo I dei Lorena impose, oltre al naturale deflusso delle acque, il taglio periodico delle erbe palustri.
Pietro Leopoldo pensò anche di coinvolgere direttamente i proprietari della Valdinievole nella progettazione delle operazioni idrauliche e creò, nel 1781, una Deputazione costituita dai rappresentanti delle cinque Imposizioni dei Fiumi della Valdinievole e da altri possidenti; lo scopo era quello di selezionare, programmare ed organizzare le opere proposte dai tecnici e si otteneva anche che i proprietari, in cambio della loro partecipazione attiva, si impegnassero a finanziare le spese.
Nel 1783 lo stesso Pietro Leopoldo, dopo continui ripensamenti, fu costretto a sciogliere la Deputazione per lo scarso contributo economico effettivo dato dai proprietari.
Con il rescritto del 4 Febbraio 1786 il Granduca fondò la nuova Deputazione del Padule di Fucecchio, definita “consorzio idrico” nel senso più moderno del termine, cioè “una istituzione che consentiva agli interessati di provvedere autonomamente, ancorchè sotto la vigilanza dell’autorità pubblica, alla cura di opere loro assegnate”.
Comincia così una vera e propria manutenzione di tutta l’area del padule, istituzionalizzata poi nel 1803 con la creazione del “Consorzio coattivo dei proprietari dei terreni del padule di Fucecchio”, alla dipendenza diretta del governo Granducale.
Il compito principale del Consorzio fu, fin dall’inizio, la manutenzione dei corsi d’acqua in modo da permettere da una parte la navigabilità di alcune aree dall’altra lo sfruttamento e la coltivazione dei terreni ai fini agricoli. Per dare un’idea di come venisse attuata quest’opera di manutenzione basti ricordare le Cateratte di Ponte a Cappiano volute nel 1824 da Leopoldo II Granduca di Toscana per evitare l’allagamento del padule in caso di piena dell’Arno.
Col passare degli anni il ruolo del Consorzio ha assunto sempre più una maggiore importanza sul territorio fino al riconoscimento con D.M. 23 Marzo 1931 n.822 di consorzio di bonifica e quindi successivamente ente di diritto pubblico ai sensi dell’art. 59 del R.D. 13 febbraio 1933 n. 215.
Dagli anni Settanta in poi, a seguito del passaggio delle competenze della bonifica alle Regioni, si è assistito ad un progressivo ampliamento delle competenze del Consorzio sia in termini di estensione territoriale che di funzioni.
Consorzio di Bonifica “Val d’Era”
Il Consorzio di bonifica Val d’Era è stato istituito dalla Regione Toscana con deliberazione del Consiglio Regionale n. 396 del 22 dicembre 1998, esercita le proprie funzioni sul comprensorio di bonfica n. 20 ed è retto dal proprio Statuto approvato con deliberazione del Consiglio Regionale n. 132 del 21 dicembre 2005.
All’atto della sua istituzione il Consorzio di bonifica Val d’Era è subentrato ed ha sostituito in Valdegola, i già esistenti Consorzi Idraulici Riuniti (C.I.R.) di San Miniato.
All’interno del territorio consortile hanno già operato 4 consorzi. Essi sono:
– i Consorzi Idraulici Riuniti di San Miniato,
– il Consorzio di Bonifica dei Fiumi e Fossi di Pisa,
– il Consorzio di Bonifica Integrale dell’Alta Val d’Era,
– il Consorzio dei Fossi di Pontedera.
I Consorzi Idraulici Riuniti di San Miniato furono istituiti nel 1996 con la Delibera del Consiglio Regionale n. 387 a seguito della fusione dei nove consorzi idraulici operanti ai sensi del RD n. 523/1904 nei Comuni di S. Miniato e di Fucecchio (Carriola-Piaggioni, VIII° Isola, IX° S.Maria, IX° Casale, x° S.Miniato, X° Ventignano, XI° Catena, XII° Romaiano ed Egola-Enzi).
Essi eseguivano la manutenzione del reticolo idraulico di competenza facendone ricadere la spesa tramite riparto su tutti gli immobili ricadenti all’interno del comprensorio (perimetro di contribuenza).
I Consorzi Idraulici Riuniti hanno regolarmente operato fino alla costituzione del Consorzio di Bonifica Val d’Era su di un comprensorio di circa 11.000 ettari, lungo i corsi d’acqua naturali presenti nella zona del Valdarno Sanminiatese, oggi individuato da tutto il Bacino Arno 1 ed Egola, oltre che lungo i seguenti corsi d’acqua: il Torrente Vaghera, il Rio Malucco, il Rio Pratuccio ed il Rio Nuovo ricadenti nel bacino Arno 2, ed il Botro di Bucciano ricadente nel Bacino del Chiecina.
Il Consorzio di Bonifica Ufficio Fiumi e Fossi di Pisa ha operato anch’esso regolarmente fino alla costituzione del Consorzio di Bonifica Val d’Era, lungo il corso del Fiume Cascina ed il corso del Fiume Era in sinistra idraulica, per entrambi nei tratti in corrispondenza dell’abitato di Ponsacco e della zona della Capannina, nel Comune di Lari.
Il Consorzio di Bonifica Integrale dell’Alta Val d’Era ed il Consorzio dei Fossi di Pontedera, al contrario, hanno cessato la loro importante attività ormai molti anni addietro.
In particolare, il Consorzio di bonifica integrale dell’alta Val d’Era ha operato nel proprio comprensorio dal 1931, anno della sua costituzione, fino al 1977, anno della sua chiusura, ed ha realizzato fra i vari interventi di miglioramento fondiario un numero elevatissimo di sistemazioni idrauliche, idraulico – agrarie ed idraulico – forestale delle quali ne sono una forte testimonianza le opere di regimazione tuttora presenti.
L’interruzione dell’attività di bonifica nel territorio di competenza dei due Consorzi sopra citati ha avuto delle ripercussioni negative sullo stato del territorio, ed in particolare del reticolo idraulico e delle opere presenti all’interno dei bacini Arno 2, Arno 3, Chiecina, Era, Cascina, Roglio, Ragone e Capriggine.
La riforma dei Consorzi di Bonifica
I Consorzi di Bonifica, ai sensi della L. R. 79/2012, sono considerati come un’Ente Pubblico Economico, amministrato dai propri consorziati, che ha come obiettivi primari la difesa idraulica, lo scolo delle acque, la salvaguardia dell´ambiente e l´irrigazione.
Dal giorno primo marzo 2014 i tre consorzi di bonifica “Padule di Fucecchio”, “Ufficio dei Fiumi e Fossi” e “Val d’Era” sono stati soppressi ed al loro posto è stato istituito il nuovo Ente denominato “Consorzio 4 Basso Valdarno”.
Di seguito potete leggere alcuni dati significativi del Parco della Bonifica
- inaugurato il 19/05/2012;
- numero visite dopo il 1° anno n° 1.019 (bambini. ragazzi e adulti);
- numero visite dopo il 2° anno n° 1.241 (bambini. ragazzi e adulti);
- totale aggiornato visite al 18/05/2014 n° 2.260 (bambini, ragazzi e adulti).
Le visite sono state organizzate fino ad oggi sia da Lega Ambiente, dal Consorzio di Bonifica e dall’associazione “Correlamente”.
Hanno partecipato alle visite persone adulte, ragazzi di scuole medie e superiori, bambini delle scuole elementari.
Per informazioni e prenotazioni alle visite guidate, questi sono i nostri riferimenti:
- numero telefonico: 050/960561 – cell. 348/4106985
- indirizzo email: segreteria@c4bassovaldarno.it
Inaugurazione della sede operativa di La Vettola e adeguamento cartellonistica del Parco della Bonifica
Il Parco della Bonifica
Inaugurazione del Parco della Bonifica